Poco più di un mese fa la Dirigente della nostra scuola, in occasione della Giornata della Memoria, è venuta in classe per raccontarci alcune cose sulla Shoah, il “sacrificio” degli ebrei. Ci ha parlato della loro storia, a partire dai tempi antichi, passando attraverso la Seconda Guerra Mondiale, giungendo ai giorni nostri. Ci ha consigliato di intervistare i nostri nonni, parenti, persone vicine a noi, o raccogliere notizie attraverso internet e le biblioteche sulle cose accadute nel periodo del conflitto mondiale.
Informandoci in prima persona avremmo capito meglio, ci ha detto.
Così è stato…vogliamo lasciarvi un segno delle tante storie ascoltate:
Nella Seconda Guerra Mondiale ci sono state molte persone cattive, il mio bisnonno non lo era. Si chiamava Ismo ed era stato arruolato ma si rifiutò di sparare
Irena (Sendler) portò in salvo circa 2500 persone, tra bambini e neonati. Fu catturata ed i nazisti le ruppero entrambe le gambe e le braccia picchiandola selvaggiamente
Per colpa della guerra e delle atrocità subite questa gente sfortunata non conosce più
il senso della parola “umanità”
I nazisti bombardavano gli edifici e quindi vennero chiuse le scuole
L’avvenimento che ricordo maggiormente è il bombardamento del 17 febbraio, perché una bomba colpì la grotta dove ci trovavamo, alla Maddalena. Rimasi intrappolata nella grotta. […] Non dimenticherò mai quello che vidi una volta uscita
Addirittura presero i giochi dei bambini
Molti di loro si sono chiesti se Dio, in quegli anni, fosse con loro
Se potevano, andavano a frugare nelle pattumiere delle guardie, e se trovavano delle bucce di patata erano molto contenti
“Si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire” (Sandro Pertini)
La pace è un dono prezioso che Dio ci ha dato, cerchiamo di mantenerlo per sempre
La guerra è un po’ come il terremoto che c’è stato l’anno scorso a maggio: quando arrivavano le bombe la gente scappava e si rifugiava dove poteva
Erano viola dal freddo
Un giorno un tedesco entrò in casa della mia bisnonna puntandogli il fucile nella pancia (la mia bisnonna era incinta) dicendole che se non gli dava da mangiare le avrebbe sparato
Il mio bisnonno ed il suo migliore amico correvano molto veloci, ma non quanto i soldati
Ascoltare questi racconti mi rende molto triste, mi spaventa tanto e faccio veramente fatica a comprendere che tutto questo possa essere realmente accaduto
La zia mi ha anche detto che la mia bisnonna, quando sentiva la sirena di “Picchiatello” doveva correre nel rifugio
Il nonno Ferruccio inizia a parlare e già si commuove; una data ha cambiato per sempre la sua vita ed è rimasta scolpita nel suo cuore: 14 giugno 1944 […] il bisnonno Leo aveva 33 anni
Solo una cosa non riusciva però a capire: alla domenica mattina tutti i bambini si radunavano nella piazza del paese ben vestiti per fare ginnastica, ed era un obbligo per tutti farla.
Il nonno questa cosa non la sopportava proprio
e ogni domenica faceva sì che suo figlio non potesse partecipare a queste riunioni;
Iniziò il rastrellamento casa per casa con l’aiuto dei fascisti italiani
Quando la guerra finì il mio bisnonno con i suoi compagni volevano tornare in Italia,
ma non c'erano auto, aerei o treni.
Camminando per giorni sempre a piedi attraversarono il confine a Tarvisio e lì
ognuno prese la strada di casa.
Dopo la guerra la bisnonna ci ha detto che non ha più rivisto tanti dei ragazzi con cui era cresciuta; dei suoi tre fratelli, due tornarono quasi subito a casa, mentre del terzo, che era stato fatto prigioniero, non ebbero notizie per alcuni anni fino a quando anche lui tornò a casa
Tieni a mente, gli uomini nascono liberi, e come tali hanno il diritto di esprimere e manifestare le loro idee, ma hanno il dovere di rispettare le idee degli altri
Il mio bisnonno era un ufficiale pilota dell’aeronautica a Treviso, qui insieme agli altri piloti italiani, vivendo a contatto con gli ufficiali tedeschi, aveva stretto alcune amicizie. Quando l’8 settembre del 1943 l’Italia ruppe l’alleanza cominciarono i problemi anche nell’aeroporto. I piloti tedeschi e quelli italiani si trovavano su fronti opposti, ma trovavano difficile rompere la loro amicizia. […] Arrivò l’ordine di deportarli ma i piloti tedeschi li avvertirono, dando loro la possibilità di fuggire. Questa storia ci fa capire che l’amicizia non ha limiti anche nelle situazioni che sembrano impossibili da superare;
Durante una trincea in Jugoslavia, il nonno con la compagnia, stava combattendo. Dopo tante ore di battaglia, che per loro potevano sembrare millenni, molti dei suoi compagni morirono e lui, per salvarsi, fu costretto a nascondersi tra i loro corpi
Mio nonno prese il treno a Lubiana verso Modena, durante il viaggio scoppiò una bomba […] e dovette tornare a casa a piedi
E tu cosa metteresti in valigia se ti trovassi in una situazione simile?
Cominciò a scrivere sui muri del Teatro Storchi delle frasi vietate in quel periodo, come ad esempio “Abbasso il duce” o “16/17 presentatevi ai ribelli”,
mio nonno lì vicino rideva e sghignazzava
Chiunque salva una vita, salva il mondo intero
Quando i combattimenti finivano, il cibo mancava ancora a tutti e, per questo motivo, una sera entrarono dalla finestra dell’abitazione di mio nonno dei tedeschi
Mio nonno venne condannato a morte per fucilazione, ma la sera prima dell’esecuzione sua moglie riuscì a corrompere dei secondini e a farlo scappare. Morì di vecchiaia a 96 anni
I partigiani jugoslavi avevano assalito alcuni autocarri rubando le armi, e perfino le divise, ai soldati italiani, fortunatamente, risparmiando loro la vita
Una volta è anche successo che fu bombardato un salumificio e noi bambini siamo corsi a prendere i prosciutti ed i salami
Suo padre, invece, con le lacrime agli occhi diceva che ora i tedeschi sarebbero arrivati e si sarebbero vendicati
L’altro episodio riguarda una lunga fila di uomini e donne, dai visi spaventati che, scortati da tanti tedeschi armati, venivano portati chissà dove
Le cattiverie fatte ai bambini sono state le peggiori
“Ho sempre invidiato chi ad Auschwitz è arrivato solo, spesso in conseguenza di una coraggiosa scelta di vita […] e ha potuto sopportare quell’inferno nella certezza di ritrovare, se fosse tornato a casa, il conforto e l’affetto dei suoi cari” (Goti Bauer)
Un giorno i tedeschi entrarono in casa, dovevano catturare tutti gli uomini del paese
Vicino a Roma il mio bisnonno era medico condotto, lui era bravissimo e curava tutti senza far pagare
Durante un bombardamento decise di non abbandonare il paese che aveva bisogno di un dottore
La pattuglia le aveva raggiunte e un ufficiale cominciò ad urlare a mia zia (cugina di mia nonna) di seguire perché credeva fossero ebree. Fortunatamente i documenti erano in regola e poterono tornare a casa
Per poter evitare di essere trovati molte famiglie avevano costruito dei rifugi sotterranei dove le persone e gli uomini di età giovane e adulta si nascondevano anche per periodi molto lunghi
Il nonno dice che noi siamo molto fortunati a non aver vissuto la guerra
Di recente ho visto il film “La vita è bella” e “Il bambino con il pigiama a righe” e l’immagine che mi è rimasta dei nazisti e quella di persone molto cattive. Il nonno mi ha detto però che quelli che erano a casa loro non erano così, si sono sempre comportati bene
Un altro ricordo che la mia bisnonna ricordava spesso a mio nonno è quello di “Pippo”, un aereo ricognitore che durante la notte volava basso e spesso lanciava bombe
Vi salutiamo con questa ultimo pensiero:
Speriamo che questi ricordi riportati in memoria ai nostri giorni servano allo scopo di evitare che tali tragedie possano ripresentarsi